Prodotti tipici

Ultima modifica 10 marzo 2020

Il vantaggio di trovarsi in questo magico lembo d'Abruzzo è quello di poter gustare piatti folkloristici che conservano ancora, sicuramente sapori, ma anche significati rituali particolari.

Il cibo non ha solo una funzione alimentare, ma anche culturale. Questa doppia funzione è riscontrabile soprattutto nel periodo festivo ed in cibi il cui impasto assume forme particolari, come ad esempio i dolci pasquali a forma di cavallo e pupa, oppure in cibi che vengono consumati solo raramente e quindi acquisiscono, per così dire, un'"anima".
La cultura agro-pastorale influenza radicalmente la gastronomia lettese; qui le carni ovine e caprine facilmente si combinano con ortaggi e cereali. All'economia pastorale si collega una fiorente produzione di formaggi veramente genuini: pecorini, caprini e misti (anche aromatizzati al peperoncino, noci e pepe), mozzarelle, ricotte ovine e caprine, in varie pezzature, che in alcuni casi è tradizione affumicare o mettere sott'olio. Esistono in paese alcuni caseifici dove è possibile acquistare i latticini anche su prenotazione.
Tra i derivati del latte è curioso e raro trovare un relitto dell'antico cibo dei pastori: la "fallucc". Nella tradizione pastorale della Majella questo nome indicava una sorta di palla costituita da ricotta più croccante. Si realizzava e si realizza ancora, cuocendo il siero di latte dopo aver raccolto la ricotta. Pian piano affiorano in superficie delle palline di ricotta che messe insieme costituiscono la "fallucc", un tenero e nello stesso tempo croccante bocconcino d'altri tempi.
Tra i primi piatti della tradizione troviamo il caratteristico "brodo di gallina vecchia con tagliolini all'uovo", rigorosamente fatti a mano. La pasta viene tirata con il matterello fino ad ottenere una sfoglia sottile da ripiegare su se stessa e poi tagliata a striscioline sottili. Poi si lessano in acqua bollente e salata e, dopo averli scolati, si tuffano nel brodo, si lasciano insaporire per alcuni minuti e si servono ben caldi.
Altro gustoso primo piatto locale sono le "sagne con ceci e cipolla fritta".
La pasta fatta in casa con farina di grano tenero ed un pugno di farina integrale, viene condita con olio d'oliva, cipolla, guanciale di maiale e peperone abbrustolito e tritato, che bontà!
Un primo particolare sono le "tagliatelle alle noci" (fatte in casa) il cui impasto è realizzato con gli spinaci, coltivati in loco, e le uova. Il condimento è formato da gherigli di noci a pezzetti, prosciutto crudo (guanciale) e peperoni secchi soffritti.
Poi abbiamo la squisita "pasta con le sarde" e a seguire la classica "pasta alla chitarra con sugo di castrato" (l'agnello locale fa sicuramente la differenza) e per finire i "ravioli di ricotta", quella nostra naturalmente!
Tra i secondi non può mancare il nostro buon agnello, quello rigorosamente allevato nei pascoli lettesi. Cucinato in vari modi: alla brace, al forno con le patate o in cotoletta, costituisce il piatto clou della nostra cucina. D'agnello sono i tipici "arrosticini" che è piacevole consumare in compagnia di amici o parenti nelle varie strutture del paese. D'agnello è anche la tipica ricetta con formaggio e uova, "Agnello, Cacie e Ov". Preparato con l'agnello a piccoli pezzi, messo in una padella abbastanza alta con l'olio, un po' di cipolla, il sale e 2 spicchi di aglio.
Poi va messo il vino che va fatto evaporare a fuoco medio e dopo vanno unite le uova sbattute, il sale, il parmigiano e il succo di limone. Che specialità!
Da non dimenticare anche il capretto, sempre locale, cucinato secondo le ricette dei pastori.
Buonissimi anche il cinghiale, cacciato qui sulla majella, e il maiale, allevato in loco, preparati in vari modi secondo l'estro dei nostri ristoratori.
Accanto alle carni nei locali troviamo anche il pesce come il "baccalà con i peperoni", cucinato secondo un'antica ricetta, e la "pizza al piatto".
Tra i salumi vi è una gustosa specialità, che di solito si fa a pasqua: il "Turcinello". Si tratta di un salame costituito da frattaglie di agnello (cuore, polmone e fegato), uova lesse, prezzemolo, aglio, rosmarino, alloro, peperoncino, farina di granoturco, aceto, limone e sale. Trae la sua origine dall'inventiva dei pastori che utilizzavano sapientemente gli scarti della carne.
Altro piatto antico, è la trippetta d'agnello, ancora preparata nei ristoranti locali.
Tra gli altri salumi non mancano salsicce di carne e fegato, lonze, capocolli e prosciutti nostrani, acquistabili nei diversi punti vendita del paese.
Anche la "Porchetta", quella buona, preparata dal nostro maestro lettese, fa bella mostra di sé nella piazza del paese nelle giornate di festa.
La porchetta, piatto tipico del centro Italia, ha trovato in Abruzzo una larga diffusione. Consiste in un maiale intero, svuotato e condito all'interno con sale, pepe, erbe aromatiche, interiora (rognone escluso) e arrostito in forno. La porchetta si consuma tagliata a fette come secondo piatto oppure fuori pasto in panini imbottiti. È il tipico spuntino della festa e il suo consumo è favorito dai venditori ambulanti.

Per quanto riguarda i dolci, che seguono solitamente il calendario festivo, troviamo diverse specialità, la cui bontà proviene dalla buona acqua con la quale sono prodotti e dalle sapienti mani delle nostre donne; anche per questo il pane qui da noi è molto buono ed è ricercato anche dai paesi vicini. A Febbraio, a S. Biagio, si fanno i caratteristici "taralli", con uova, farina, ammoniaca, sale e anice.
Durante le feste pasquali si usa fare i "fiadoni con la ricotta o il formaggio" e la "pupa" e il "cavallo", dolci di pastafrolla/biscotto con le uova (simbolo augurale di prosperità) e le codette colorate.
Nel periodo natalizio classici sono i "fritti", fatti con lievito di birra, patate, farina, buccia d'arancia, zucchero e cannella. Anche i "Cauciunilli", classici dolci della tradizione abruzzese, si fanno in questo periodo: è una pastafrolla dolce a forma di mezzaluna, con marmellata d'uva, mostocotto, ceci, cioccolato, mandorle e cannella.
I "Cuperchiule" (ferratelle) sono cialde di pasta cotta in speciali ferri, messe a mo' di doppio coperchio, contenenti un composto di marmellata d'uva, noci, mandorle, cioccolato, buccia d'arancia ed anice.
Uno spazio a parte merita il "Dolce dell'Augurio" (Dol-ce Cardinale), un dolce artigianale la cui ricetta viene tramandata di padre in figlio dalla metà dell'800. Il suo nome è legato ad una storia curiosa: pare che alcuni vescovi del Vaticano, poco tempo dopo aver ricevuto il dolce abruzzese, furono chiamati ad indossare i paramenti cardinalizi, ecco perchè è detto ‘dell'augurio'. Il curioso dolce a forma di parrozzo, il cui segreto sta tutto nella ricetta, è una sapiente rielaborazione dei fornai locali.
L'abitudine di utilizzare i prodotti della terra per fare conserve e liquori, qui è molto frequente. In alcuni locali del paese potrete gustare anche queste specialità, come ad esempio il Nocino, le marmellate di frutta nostrana o i sottaceti di zucchine, melanzane, cetrioli e altro ancora.
La buona qualità della cucina lettese, legata alla genuinità dei prodotti e soprattutto all'estro dei nostri chef, è conosciuta in gran parte della provincia di Pescara ed anche fuori. Non resta altro che venire a gustare i nostri sapori genuini, per portare nelle nostre case un po' di "gusto autentico".


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